Pattada-Su Fogu De Santu Giuanne-2021

I fuochi vengono accesi il 23 giugno, vigilia di San Giovanni Battista, in pieno Solstizio D’Estate, dopo il tramonto del sole (che a Pattada avviene alle ore 21,04, ora legale, 20,04 ora solare).

I fuochi di San Giovanni venivano preparati con certosina cura dai ragazzini di tutti i Bighinados, che per mesi raccoglievano materiale da ardere (aghi di pino, pigne, rami secchi, paglia e sterpaglie varie, cartoni, ecc. ecc.). Tutto il materiale veniva conservato in dei magazzeni ed alla data prestabilita veniva accumulato nel sito del quartiere scelto con cura e destinato all’evento.

Come gia detto nel post del 2018 su questo argomento (https://pieragica.wordpress.com/2018/06/24/pattada-su-fogu-de-santu-giuanne/) ogni Bighinadu si impegnava al massimo per fare il fuoco più grande e più luminoso, e molte persone facevano il giro dei vari fuochi, per ripetere il rito del salto del fuoco che rendeva comares e compares de su fogu de Santu Giuanne, vincolo che a volte durava tutta la vita e che imponeva, anzitutto, di darsi del “voi” e, poi, di mantenere uno stretto legame che andava spesso, oltre la salda amicizia. Fra i quartieri che realizzavano i falò ricordiamo Su Pebianu con la piazzetta antistante la chiesa di San Giovanni, su Sotziu, Su Galminu, S’Enighedda (volgarmente detta Sinighedda), Carrucalza, Corona, S’Ispideru Santu, Cunventu, In Su De Cheja (La Parrocchia di Santa Sabina), Istria, Pedra de Mola, Riu Toltu, Funtana de Colveddu, Carrera Longa, Sant’Ainzu, Sa Piedade, Su Cucuru, Su Eladolzu, e bai nende etotu.

Se si osserva la data in cui i fuochi vengono accesi, ci accorgiamo di essere in pieno solstizio d’estate … questo, aldilà di ciò che viene affermato da certi studiosi, che attribuiscono al rito origini bizantine, implica che la nascita di questa consuetudine si perde nella notte dei tempi, affondando le proprie radici in periodi ben precedenti la cristianità. Con i fuochi si dava inizio alla stagione della luce, del calore, della produttività della terra, delle lunghe giornate lavorative che, d’ora in avanti, andranno via via scemando fino a giungere al solstizio d’inverno, indicante il buio, il riposo della terra, le cortissime giornate lavorative. Questa tesi viene rafforzata dal fatto che i falò di san Giovanni accomunano oltre a svariate zone d’Italia (per esempio Torino, Firenze, Brescia, Trieste, Valle d’Aosta, ecc.) anche diversi paesi europei.

La cosa più bella di questo rito del fuoco di San Giovanni è rappresentata dal sorriso e dal divertimento dei bambini e dei ragazzini che, come in una sorta di iniziazione sociale, osano saltare fuochi sempre più grossi e “pericolosi”. Quei sorrisi e quegli sguardi, che, purtroppo, non possiamo pubblicare per le leggi vigenti che ce lo impediscono, rappresentano da soli un validissimo motivo per fare una capatina, l’anno venturo, a Pattada o in uno dei tanti paesi dove l’antica tradizione vive ancora, per assistere a questa misteriosa ed ancestrale cerimonia.

All Rights Reserved © 2021 – Foto & Testo di Bruno Sini

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