Sardegna: Gli Antichi Sardi: una civiltà di ignoranti, rozzi e disuniti o che altro ?

Da poco abbiamo pubblicato un post sulla Fonte Nuragica Sos Muros – Buddusò; partendo proprio da questa zona di riferimento, non possiamo non tenere conto del fatto che questa fonte e l’annesso villaggio nuragico, in territorio di Buddusò, distano solo due chilometri e mezzo dal Villaggio e Santuario Nuragico (con annesso pozzo sacro) di Su Romanzesu-Poddi Arvu, in agro di Bitti e che a non più di due chilometri e trecento metri troviamo il villaggio preistorico di Seris, al confine tra i territori di Osidda e Bitti. Stiamo parlando di tre grossi villaggi preistorici, ciascuno con centinaia di capanne e costruzioni di vario tipo, che si estendono, ognuno, per svariati ettari.

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Se allarghiamo un pò il campo, ad 11 chilometri dall’area di Seris, direzione Sud-Ovest, in territorio di Orune, abbiamo il villaggio nuragico e poi romano di Sant’Efis, con annesso Nuraghe, Pozzo Sacro ed Area Sacra ed altre numerose strutture mentre a 15 chilometri da Seris, direzione Est Nord-Est troviamo tre grossi villaggi preistorici in territorio di Pattada (Litu Pedrosu Mannu, Litu Pedrosu Pitzinnu e Sedda Otinnera), tutti con Nuraghe ed altre numerose strutture preistoriche annesse.

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Una caratteristica comune a questi grossi villaggi, in gran parte, ormai purtroppo, allo stato di cumuli di macerie, è il completo e totale abbandono, cosa che ne accelera, in modo repentino, la rovina ed il degrado assoluto; unica eccezione il sito di Romanzesu – Poddi Arvu perchè egregiamente gestito, valorizzato e tutelato  dalla cooperativa Istelai di Bitti. É solo un caso questo stato di abbandono generalizzato o dietro c’è qualcos’altro?

É normale che si investano soldi per studiare siti medievali quando non conosciamo la nostra vera essenza di sardi e lasciamo andare in malora i nostri siti più importanti e rappresentativi?

Noi siamo convinti che estendendo questo studio a sezioni di territorio piu vaste, si possa identificare una capillare rete di villaggi, alcuni di dimensioni veramente imponenti, tanto da poter essere definiti come delle vere e proprie città, che sicuramente erano in stretto collegamento reciproco.

Tutto ciò a voler significare che, contrariamente a quanto sostenuto da certa archeologia ufficiale e accademica, la Sardegna, nel periodo d’oro della cultura degli Antichi Sardi, era densamente popolata ed aveva delle città di grosse dimensioni, molto complesse e perfettamente organizzate dal punto di vista sociale, con piazze, vie, edifici comuni e punti di aggregazione oltre ad ampie strutture di culto dei morti e di venerazione delle acque e delle entità superiori.

Insomma gli Antichi Sardi erano tutt’altro che disorganizzati, incolti, primitivi ed ignoranti.

Testo :    Bruno Sini – All Rights Reserved © 2017

Foto:       Bruno Sini – All Rights Reserved © 2017