Quell’acqua stilla ancora nel pozzo di Serra Niedda; come per farci ricordare quanta sapienza e conoscenza guidava la costruzione di questi monumenti sardi della preistoria. A distanza di oltre 3000 anni esso è ancora perfettamente efficiente. Magnifico contesto nuragico immerso in uno splendido scenario naturalistico a due passi dal mare.
Il ritrovamento di questo sito archeologico, avvenuto nel 1985, è dovuto al caso; infatti durante i lavori per l’impianto di una nuova vigna, vennero fuori alcuni conci abilmente lavorati. Le indagini, portate avanti sino al 1988, hanno permesso di individuare il nucleo principale del santuario, composto dal pozzo sacro, e da altre stutture la cui funzione non è ancora perfettamente chiara.
La costruzione preistorica, attualmente priva di vestibolo, ha una camera del pozzo, un tempo coperta da tholos ma che ora si presenta svettata (con un’altezza massima residua di 440 centimetri); la scala larga 120 cm scende a -330 centimetri con 14 gradini. Il vano scale, oggi senza alcuna copertura, come si può osservare nelle foto, ha un rarissimo andamento semicircolare.
Per la Regione “Il complesso è databile alla fine del Bronzo Medio – Bronzo Recente – Bronzo Finale – prima Età del Ferro” (XII al VIII sec. a.C. ).
Il sito è stato scavato nel 1985-1988 da Daniela Rovina, mentre la parte relativa ai disegni è stata curata da Natalina Lutzu.
.
Testo: Piera Farina-Sechi – All Rights Reserved © 2015
Foto: Bruno Sini; Piera Farina-Sechi – All Rights Reserved © 2015