Ittireddu – Il Magnifico Nuraghe Funtana

Si dice che ogni Nuraghe sia un mondo a sè. Seppur presentino tutti, a grandi linee, le stesse caratteristiche: la forma troncoconica con in cima un terrazzamento, normalmente non giunto intatto a noi, purtroppo, ogni monumento ha delle peculiarità proprie; vuoi per il colore dei conci utilizzati o per il numero delle torri, vuoi per la forma dei corridoi o per le scale a volte con i gradini altre volte a scivolo, per i nascondigli, per i ripostigli e via dicendo. Insomma il progetto per la realizzazione di un nuovo Nuraghe veniva affidato all”ingegnere nuragico” (o ad una equipe di “ingegneri”) il quale dava la propria impronta ed estro personale all’edificio seppur tenendo conto delle stesse caratteristiche di base. Non ci è giunto, purtroppo, nessun Nuraghe con la sommità intatta; la loro foggia era come i castelli. Dei terrazzamenti sporgevano in cima, creando dei veri ballatoi in pietra, coperti con delle impalcature in legno che davano la forma dei castelli come noi oggi li conosciamo. Possiamo dire che i castelli sono nati qui, considerata la collocazione storica dei Nuraghi molto più antica rispetto ai castelli. Il Nuraghe Funtana si trova a due passi dal paese logudorese di Ittireddu. Controllato a vista dalla montagna nera del vulcano Monte Lisiri e dal monte Zuighe, consta di tre torri, una più arcaica, le altre due aggiunte in un secondo tempo.

La bellezza straordinaria di questo edificio la si respira in ogni angolo, per non parlare della torre centrale dove all’interno troviamo un sedile circolare realizzato con dei conci triangolari che formano quasi un ricamo. In questo ambiente sono stati ritrovati degli splenditi tavolini. In loro ricordo abbiamo una copia, mentre gli originali, assieme ai numerosi reperti ritrovati, si trovano nel curatissimo Museo Archeologico del paese. Fu trovato anche un focolare composto da sette conci cuneiformi, anch’esso lo possiamo ammirare al museo del paese. Altra caratteristica è che si possono ancora trovare tracce di sughero tra un concio e l’altro. Il sughero era un materiale molto usato dai nostri antenati, in quanto disponibile in abbondanza; io sono convinta che le plance di sughero venissero usate anche per la scrittura. La finestrella di scarico dell’ingresso che permette di accedere alla stanza più grande ha la forma di un Nuraghe, teoria, questa tutta personale. Non tutte le finestrelle sono a forma di toro (divinità dei nuragici) ma, alcune hanno la forma di una torre; in questo Nuraghe è evidentissima. Attorno al Nuraghe tracce evidenti della presenza di capanne che denotano che in questa zona c’era una cittadella nuragica. Più in là si può notare quello che poteva essere un cromlech; questo circolo di pietra ci porta a pensare che la presenza dell’uomo, da quelle parti, potrebbe, cronologicamente, condurci molto indietro sino al Neolitico. Mistero e magia da millenni avvolgono questi edifici arcaici, ancora parzialmente indecifrabili, ma che ci trasmettono, però, un’emozione indescrivibile, proiettandoci in un passato glorioso del quale noi possiamo solamente andare orgogliosi.

Ulteriori informazioni: https://www.facebook.com/NURNET2013/posts/2369423533136357

© 2019 Testo Piera Farina-Sechi

© 2017 Foto Bruno Sini

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