Padria: Museo Civico Archeologico

Il Museo Archeologico di Padria ha sede nell’ex Monte Granatico, nelle immediate vicinanze della bellissima e preziosa chiesa parrocchiale di Santa Giulia(1). Praticamente il paese di Padria sorge su un antico insediamento romano, Gurulis Vetus. Durante la costruzione del paese sono, dunque, state ritrovate migliaia di testimonianze dell’antica storia di Padria. Gran parte di questi ritrovamenti hanno costituito il primo nucleo fondante del museo.

Viso femminile di epoca romana
Meraviglioso viso femminile di epoca romana – É stato scelto come simbolo del Museo di Padria

A questa cospicua base di partenza si sono aggiunti, progressivamente, tanti ritrovamenti preistorici che vanno dal neolitico al tardo nuragico, provenienti dai numerosi siti archeologici di notevole interesse presenti nel territorio del paese (Badde Nare con le sue bellissime domus, il Nuraghe Longu, ben conservato e con caratteristiche costruttive uniche e molto interessanti, il Pozzo Sacro Funtana Coberta o Sos Cunzados – oggi completamente distrutto – dove vennero ritrovati alcuni meravigliosi oggetti bronzei, tra i quali un magnifico Trofeo di Spade Votive, oggi conservato al Museo Archeologico Nazionale G. A. Sanna di Sassari,

il Guerriero di Padria, con scudo e lunghe corna, e la Navicella del Re Sole, entrambi custoditi dal Museo Archeologico Nazionale di Cagliari). Altre aree archeologiche di notevole importanza sono quelle di “Rocas Biancas” e di “Monte Rugiu“.

Nonostante i pezzi più belli, preziosi e rappresentativi si trovino depositati presso i musei nazionali di Cagliari e Sassari, non manca una ricca e rappresentativa collezione di oggetti preistorici quali lame e raschiatoi in selce, punte di freccia in ossidiana, fusarole, macine in pietra, vasi e cocci di Cultura Ozieri, ecc. ecc.

Nel percorso molto esplicativo, in quanto ben corredato di pannelli e scritte informative, si prosegue con una ricchissima collezione di resti di epoca romana comprendenti visi, teste femminili e maschili, musi e frammenti di animali, parti di capitelli e colonne, busti e panneggi, capigliature, piedi, mani e dita, seni, uteri, nasi, volute di capitelli, frammenti di criniere scolpite, colombe, zampe di felini, teste di cane.

Infine una fornitissima collezione di vasi, ciottole, olle, anfore, “thymiateria” a testa di dea “kernophoros“, formelle e pintadere, coppe, unguentari e lucerne votive e tanto altro ancora.

Insomma una visita al museo di Padria è vivamente consigliata … uno straordinario tuffo nel passato per poter capire meglio il presente.

(1); Occorre tenere presente che all’interno della Parrocchiale di Santa Giulia c’è un pozzo nuragico a sezione circolare; quindi, prima di essere abitata nel periodo romano, la zona di Gurulis Vetus venne abitata, sicuramente, dai nuragici.

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